Ma cosa c’è da festeggiare?

Ciao amiche e amici di blog. Torno a scrivervi cogliendo questo giorno in cui ricade la festa della donna e mi domando: cosa c’è festeggiare in questo giorno? Più che festeggiare dovremmo riflettere perché nel 2023 nel mondo ci sono ancora donne discriminate e accade anche in Italia non dobbiamo andare molto lontano. Certo in altri paesi purtroppo le donne sono trattate ancora come degli oggetti. Penso alle donne che non possono uscire di casa da sole se non accompagnate da un uomo, che non posso mostrare il volto, i capelli e il corpo e non possono vestire come desiderano. Penso alle donne che non hanno diritto di parola e di pensiero. Ma penso anche alle donne che non possono lavorare, che non possono ricoprire il ruolo di uomo e che ogni giorno devono fare i conti con i pregiudizi. Purtroppo nel mondo le donne sono vittime di discriminazioni nel luogo di lavoro, alcune volte non possono avere lo stesso stipendio di un loro collega uomo e vengono sminuite proprio perché sono donne. Addirittura lavorano il doppio di un uomo, pensate ad una donna madre con figli e marito che lavora e torna a casa ma la sua giornata non termina su un divano ma bensì deve provvedere ai figli, al marito e alla casa. Ma non solo. Alcune volte le donne vengono discriminate anche per la loro taglia o conformazione del corpo. Una donna deve essere magra secondo i canoni di bellezza quindi una ragazza in carne si deve sentire umiliata quando non trova la sua taglia in un negozio. È successo anche a me come a tante di sentirsi inadeguata perché non conforme ai canoni di bellezza ma poi diventi grande e capisci che si tratta di discriminazione. Una donna deve lottare ogni giorno contro tante cose ma solo per il fatto di essere donna. Quindi mi dite a cosa serve festeggiare, andare nei nightclub e brindare a cosa? Se nel mondo nello stesso momento una donna viene maltrattata e violata della sua libertà. Riflettiamo perché è una problematica ancora troppo estesa nel mondo ma soprattutto accanto alla nostra porta di casa. Voglio comunque fare l’augurio a tutte le donne coraggiose e determinate come me. Io non mi sono fermata davanti a niente, nemmeno quando mi dicevano che non potevo parlare di calcio perché è uno sport per uomini. Con la mia testardaggine dove sono arrivata contro tutti? Sono direttore di una testata giornalistica e sono fiera di essere una giornalista sportiva che di calcio ne parla e ne capisce. Auguri a voi donne con gli attributi che non vi fate piegare e che lottate ogni giorno contro le discriminazioni.